
SiparioPROSA
martedì 12 dicembre 2017
DIECI PICCOLI INDIANI
… E NON RIMASE NESSUNO
due atti di Agatha Christie
traduzione Edoardo Erba
regia Ricard Reguant
con (in ordina di entrata di scena) Giulia Morgani, Tommaso Minniti, Caterina Misasi, Pietro Bontempo, Leonardo Sbragia, Mattia Sbragia, Ivana Monti, Luciano Virgilio, Alarico Salaroli, Giancarlo Ratti
progetto scenico Gianluca Ramazzotti, Ricard Reguant
scene Alessandro Chiti
costumi Adele Bargilli
produzione Ginevra srl
durata: 130 minuti, più intervallo
La storia è nota. Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, dieci persone che non si conoscono tra loro sono state invitate, per vari motivi, su una bellissima isola deserta. Arrivati nelle camere, trovano affissa agli specchi una filastrocca, Dieci piccoli indiani, in cui si racconta come muoiono, uno dopo l’altro, tutti i dieci protagonisti. Una serie di omicidi misteriosi infonde il terrore nei sopravvissuti, i quali iniziano ad accusarsi a vicenda sino ad arrivare alla conclusione che l’assassino si nasconde tra di loro.
Rappresentato a Broadway nel 1943, lo spettacolo vi rimase in scena per 426 repliche. L’opera teatrale differisce dal romanzo nel finale, in quanto, la Christie, non volendo dare al pubblico un finale considerato troppo drammatico per quegli anni, decise di cambiarlo con un lieto fine, che oggi risulta un po’ deludente e frettoloso. Per questo motivo, in accordo con la Agatha Christie limited, questa versione diretta dallo spagnolo Ricard Reguant recupera il finale originale, caratterizzato da uno svolgimento mozzafiato, che gli autori dello spettacolo si dicono certi incontrerà i favori del pubblico e renderà giustizia all’adattamento.
Come scrive Reguant nelle note di regia di uno spettacolo che, nella versione spagnola, ha già trionfato a Barcellona: «Questa nuova versione teatrale si adatta ai tempi e all’estetica del momento facendo godere il pubblico nella ricerca dell’enigma preparato dalla signora Agatha; questi dieci “piccoli indiani” bloccati nell’isola sono vittime o assassini? Questa è la stessa domanda che la scrittrice pone a se stessa mostrando al pubblico il lato nascosto di una classe borghese e aristocratica mischiata insieme in un’unica arena. Sembra quasi una vendetta della stessa Christie verso la classe dirigente nella società inglese in cui la scrittrice vive agiatamente e dalla quale vuole evadere costringendosi a diventare lei stessa la carnefice dei suoi personaggi».
Scritto nel 1936 e adattato per il teatro nel 1943, Dieci piccoli indiani (E non rimase nessuno) è considerato da molti, ancora oggi, il capolavoro di Agatha Christie. Un “giallo” dalla perfetta struttura narrativa, capace di tenere sino all’ultimo con il fiato sospeso il lettore/spettatore.