
martedì 20 novembre 2012
SiparioDANZA > ore 21
AMARCORD
balletto in due atti di
Luciano Cannito
liberamente ispirato all’omonimo film di
Federico Fellini
con
Rossella Brescia
e i danzatori di
DANZITALIA
Italian Touring Dance Company
musiche di
Nino Rota
e
Marco Schiavoni, Alfred Schnittke, Glenn Miller, canzoni popolari degli Anni Trenta
scene
Carlo Sala
costumi
Roberta Guidi di Bagno
coreografia e regia
Luciano Cannito
produzione
Daniele Cipriani Entertainement
“Pubblico tutto in piedi ieri sera al Lincoln Center alla prima americana di Amarcord, il balletto di Luciano Cannito tratto dal film premio Oscar di Fellini…” > The New York Times
“Tutto esaurito all’Orange County di Los Angeles dopo lo straordinario successo newyorkese del balletto Amarcord di Luciano Cannito rappresentato dalla Scala di Milano…” > The Los Angeles Times
“Un’esplosione di energia e danza dinamica e divertente…” > La Repubblica
“Una splendida serata ieri sera alla Scala con Amarcord, il balletto di Luciano Cannito tratto dal magico film di Fellini…” > Corriere della Sera
Il balletto “Amarcord” è liberamente ispirato al film in cui Fellini ricorda/reinventa la sua vita di ragazzo in una Rimini della prima metà degli anni Trenta. È un divertente e melanconico affresco dell’Italia fra le due guerre, dove il Fascismo e la Chiesa esercitavano il loro potere, influenzandone la cultura ed il costume. La storia di Titta, alter–ego del Fellini adolescente, e della sua famiglia si inserisce armoniosamente in un contesto di piccoli ritratti (Gradisca, Volpina, la tabaccaia) e di aneddoti legati ad un filo comune che li rende interdipendenti e dove affiora comunque sempre la spensieratezza e la voglia di vivere propria degli Italiani dell’epoca.
L’intento del balletto è trasportare coloro che lo guardano, in un viaggio di condivisione, dove tutti si rivedano in ciò che accade in scena, sentano il profumo di ciò che negli anni Trenta si sentiva, ricordino ciò che eravamo noi, quegli Italiani la cui storia non si studierà mai in alcun libro, quella gente normale e semplice di provincia. Un po’ come rivivere cose già vissute, come rivivere uno spaccato dell’Italia a cavallo tra le due guerre, dell’Italia piccola, quella della gente comune, con i soliti problemi di tutti i giorni.
“Cannito – scriveva il critico del Corriere della Sera Mario Pasi – guarda dentro di sé e osserva gli altri al tempo stesso, da fuori, così può renderci le idee dei lussi irraggiungibili, il mitico Grand Hotel e il salone viaggiante del Rex. Ma poi è la terra, con i suoi spiriti, a prendere il sopravvento, perché le favole sono finite, perché anche i più ambiziosi si accontentano di poco. Perfino Gradisca, femmina esemplare, accetta un giovane povero che fa il carabiniere… così si esorcizzano le tragedie, ma senza dimenticarle: si ride dell’olio di ricino somministrato dai fascisti, ma non si dimentica, si fa dell’ironia sui nazisti maiali, ma non si dimentica. Vino, donne e canto potremmo dire a tempesta passata. Il presente si abbraccia e poi non è così male”.
Proposto per la prima volta nel 1995 al Teatro San Carlo, Amarcord è andato in scena anche al Teatro alla Scala, negli Stati Uniti (Metropolitan di New York, Orange County di Los Angeles) e Teatro Massimo di Palermo, riscuotendo ampi successi.
Questa del 2012 è una versione coreografica espressamente rivisitata per la Compagnia Danzitalia.