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testi originali di Loredana Bassi, Maria Chiara Coco, Roberta Fain, Aleksander Gruden, Alessandra Marc
curati da Enrico Luttman

citazioni di Giuseppe Ungaretti

con Loredana Bassi, Maria Chiara Coco, Fulvia Cristin, Juan D’Auria, Aleksander Gruden, Alessandra Marc, Ilaria Ospici, Nizam Pompeo, Emanuela Sdraulig, Camilla Tuzzi
e la partecipazione di Enrico Cavallero

musiche originali curate da Valter Sivilotti
eseguite dal vivo da Veronica Radigna, Nicoletta Pinosa violino – Luca Bregant violoncello

regia Walter Mramor

Il progetto
Lo spettacolo Attimi lunghi come il sospiro è frutto di un percorso laboratoriale che ha condotto alla produzione di testi e musiche originali.
I partecipanti al Laboratorio di scrittura teatrale hanno preso spunto dalle figure dei grandi eroi del conflitto, da episodi della storia locale o da ricordi familiari inediti ed hanno composto dei brevi testi teatrali, guidati dal drammaturgo Enrico Luttmann.
Le musiche sono anch’esse originali, composte dagli allievi del laboratorio di Composizione musicale per la scena guidati dal compositore Valter Sivilotti.
I partecipanti ai due laboratori hanno lavorato insieme affinché parola e musica compongano in modo armonioso la struttura dello spettacolo.

Lo spettacolo
Il regista Walter Mramor ha creato il copione dello spettacolo selezionando i testi e le musiche tra quelli creati dai partecipanti ai laboratori. Tra i testi scelti, alcuni contengono interventi in lingua slovena e friulana. Ha deciso poi di inserire alcune poesie di Giuseppe Ungaretti e il significativo intervento tenuto dal poeta nel 1966 al suo ritorno a Gorizia.
Lo spettacolo non ha perciò una struttura narrativa unitaria, ma racconta diversi episodi legati da una comune tematica, quella del primo conflitto mondiale, causa di morte e sofferenza per milioni di persone.
In tal modo si vuole riflettere sull’assurdità di tutte le guerre e trasmettere un messaggio di pace e speranza alle nuove generazioni.

RETICOLATI DI MEMORIA di Aleksander Gruden
Salendo in bicicletta nella zona di San Michele, un uomo si ferma in un grande campo isolato e mentre ammira il paesaggio circostante si ritrova improvvisamente protagonista di un evento passato. Anche se sono trascorsi cent’anni, la Grande Guerra è ancora viva, intorno a noi, e ci parla.

PER AMOR DELLA MIA TERRA di Roberta Fain
Nel 1920 il Colonnello Douhet propose di onorare i caduti italiani le cui salme non furono identificate con un monumento a loro dedicato all’interno del complesso del Vittoriano. Il compito doloroso di scegliere, tra undici feretri contenenti i resti di caduti senza nome, quello da collocare nell’Altare della Patria, fu affidato a Maria Bergamas, madre di Antonio, falciato da una mitragliatrice, le cui vicende vengono qui ripercorse, dalla voce dello stesso Antonio, fino al triste epilogo.

LA NIVES di Lorena Bassi
Nives è poco più che un’adolescente. Una giovane nata e cresciuta in un piccolo villaggio del Friuli, uno spirito semplice fino all’ingenuità. È la madre di Nives a raccontare della figlia, con una dolcezza e una nostalgia del tempo passato autentiche e toccanti; una madre disperata perché privata della figlia. La guerra l’ha portata lontano: ma dove? Deportata in qualche regione lontana? Uccisa? Il suo grande rammarico è non averle detto abbastanza volte quanto l’amasse.

FRAU GORIZIA di Alessandra Marc
Una donna soffre per i suoi figli morti in guerra, per la crudeltà di un conflitto che l’ha segnata, che l’ha costretta a rivoluzionare la propria esistenza. Il suo destino è il destino di un’intera città, Gorizia, straziata dalla guerra, piegata dalla Storia.

aiuto regia Chiara Cardinali – staff tecnico Fabrizio Tausani, Giancarlo Schilter, Matteo Clemente – una produzione ArtistiAssociati

Attimi lunghi come il sospiro è un progetto di drammaturgia contemporanea esclusivo ed inedito per promuovere la conoscenza degli autori, dei giovani attori e dei musicisti del nostro territorio.

Il testo, con interventi in lingua slovena e friulana, si ispira alla tematica della Grande Guerra, rielaborata in modo originale attraverso le parole di Giuseppe Ungaretti, il racconto di episodi della storia locale e di ricordi familiari inediti. Attraverso parole e musica si ricordano la storia di Antonio Bergamas, nato a Gradisca d’Isonzo e divenuto simbolo nazionale del sacrificio di tanti giovani uomini, e le vicende di una città, Gorizia, un tempo terra prosperosa e multiculturale, ora contesa da più parti e straziata dal dolore, come una madre che vede i suoi figli morire in guerra. In chiusura sono le parole di Ungaretti, tratte dall’intervento tenuto il 21 maggio 1966 a Gorizia, a mostrarci nuovamente il Carso come un luogo di speranza, che “invita a raccolta chi si propone di diffondere poesia, cioè fede e amore”. Le musiche, curate dal M° Valter Sivilotti sono composte da giovani musicisti della nostra regione ed eseguite dal vivo da un trio d’archi.

I testi dello spettacolo sono stati ideati dai partecipanti al progetto Itinerario Grande Guerra LABORATORI CREATIVI, un percorso formativo e creativo di carattere teatrale e musicale realizzato da a.Artisti Associati con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia.

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