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Spettacolo Fuori Abbonamento

coreografia e danza Ziya Azazi
musiche Uwe Felchle, Mercan Dede
luci Lutz Deppe
costumi Ischiko

produzione Za&Office
(in collaborazione con Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia)

durata 60 minuti + intervallo

L’artista turco Ziya Azazi interpreta in chiave contemporanea le danze della tradizione sufi in Dervish, un programma a serata composto da due lavori: Azab e Dervish in progress.

Ziya Azazi è stato influenzato dal Sufismo, una filosofia esistenziale, nella sua formazione di danzatore e uomo. Il misticismo è il nucleo del Sufismo, che esplora la ragione della creazione dell’uomo e dell’universo in cui vive. Secondo questa filosofia che studia la casualità dell’esistenza, l’uomo è un essere che ha bisogno di crescere e di essere illuminato. Dervish è il porto di arrivo di questo percorso.

Nel Sufismo ci son quattro porte: la Legge, il Cammino, la Consapevolezza e il Discernimento. La porta della Legge è la prima ed è il gradino più basso del viaggio. Giunti alla porta del Cammino, il pensiero di diventare una pura entità matura attraverso la pratica e la ripetizione. La porta della Consapevolezza è il punto dove si giunge alla pura realtà e si trasmette conoscenza agli altri.

Azab descrive lo sforzo dell’uomo nell’attraversare queste tre porte. Nell’esprimerlo, l’artista spesso sfrutta la rotazione su piano orizzontale. La ricerca che viene portata sul palco è sia filosofica che artistica. Il viaggio termina nel conoscere e riconoscere se stesso proprio alla porta del Discernimento.

Dervish in progress parte da quest’ultima porta. Qui il senso di completezza e di gioia sono visibili in ogni movimento dell’artista. La chiarezza del corpo sul palco si fonde con l’imprevedibile movimento della gonna. La grazia della rotazione riflette il luogo in cui la sua mente si trova nel compiersi del viaggio.

L’artista ci aspetta con le sue gonne sulla soglia dell’ultima porta del Sufismo, il Discernimento, e riflette la sua gioia di conoscere, riconoscere e di andare oltre se stesso condividendo questo momento con il pubblico. Le gonne usate sono un elemento indispensabile nella sua danza. Cambiano forma costantemente durante tutta la performance. Non sono solo costumi ma diventano una vera e propria parte di lui, un partner, un mantello, una coperta dietro cui nascondersi. Le rotazioni ripetute aumentano sia la consapevolezza fisica che la consapevolezza meditativa.

 

Cenni biografici

Nato nel 1969 a Antiochia in Turchia, nel 1986 si è spostato a Istanbul dove si è laureato in ingegneria. Negli anni dell’università inizia a studiare danza e dal 1990 al 1994 lavora con il Teatro di Stato di Istanbul dove crea le sue prime coreografie.

Ha lavorato con molti artisti come Jan Fabré, Cem Ertekin, Aydin Teker, Sebastian Prantl, Philippe Arlaud, Anne-Marie Gros, Ismael Ivo, Marcia Haydée, Yoshi Oida e Thierry Smits.

Nel 1999 inizia a studiare le danze tradizionali dei Sufi e coreografa molte interpretazioni su questo tema, a cui partecipano musicisti come Mercan Dede, Sertap Erener e Sabri Tuluğ Tırpan, Serge Adam, Zaad Moultaka. Due di questi assoli, Dervish in progress (2004 / Barcelona) e Azab (2005 / Sao Paulo) costituiscono il programma Dervish, portato in scena in tutto il mondo.

Ha partecipato a vari festival internazionali ed eseguito i suoi lavori al National Museum di Singapore, alla National Library di Londra, alla St. Irene Church di Istanbul, al Fadjr International Theatre di Tehran

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