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SIPARIO PROSA

di Matthieu Delaporte, Alexandre de La Patallière
versione italiana Fausto Paravidino
regia Antonio Zavatteri

con Alessia Giuliani, Alberto Giusta, Davide Lorino, Aldo Ottobrino, Gisella Szaniszlò

scene e costumi Laura Benzi
luci Sandro Sussi
promozione Paolo Zanchin

produzione Teatro Stabile di Genova

Un fratello e una sorella con i relativi coniugi, e in più un amico di famiglia sospettato di essere omosessuale. Tutti appartenenti alla media borghesia. Una sera conviviale come tante altre, tra amici quarantenni. I padroni di casa sono professori, il fratello di lei fa l’agente immobiliare e sua moglie è un’aspirante scrittrice, mentre l’amico single è trombonista in un’orchestra sinfonica. Quella sera, però, accade qualcosa di speciale. Mentre tutti aspettano l’arrivo della moglie, il fratello annuncia alla compagnia che diventerà padre. Felicitazioni, baci e abbracci. Poi le solite domande: sarà maschio o femmina, che nome gli metterete? Il futuro papà non ha dubbi che sarà maschio; ma lo sconcerto nasce quando egli comunica il nome che hanno deciso di mettere al figlio. Un nome dichiaratamente di “destra”, che manda in bestia i padroni di casa, intellettuali di “sinistra”. Il dubbio è che si tratti di uno scherzo, ma il futuro genitore insiste. La discussione degenera così ben presto investendo valori e scelte personali. Tra offese reciproche che non mancano di ferire tutti (nessuno escluso), nasce così il ritratto di una generazione allo sbando, dove tutti hanno qualche segreto da nascondere o da rinfacciarsi.

(note di Antonio Zavatteri)

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