INNESTI 2023 > CONNESSIONI TEATRALI AFFATTO PREVEDIBILI

dal 27 marzo al 28 giugno 2023 > Gradisca d’Isonzo @ Sala Bergamas
Biglietto unico intero € 8,00 > ridotto € 5,00

giovedì 30, venerdì 31 marzo 2023 > h 20.30
sabato 01 aprile > h 20.30

durata 50 min. circa

Perché la Storia, la Società ci insegnano ad essere inequivocabilmente uomini oppure donne? Chi ha mai stabilito così nette distinzioni tra i sessi e cosa di più appropriato si applichi a ciascuno di essi?
È questo il punto di partenza del monologo God’s new frock di Jo Clifford, che con caustica ironia racconta l’atavica trama della storia più antica del mondo: la nascita del creato. Lo fa dal punto di vista di chi non si sente rappresentato dalla nitida dicotomia maschio-femmina.


GOD’S NEW FROCK (LA NUOVA TONACA DI DIO)

di Jo Clifford
traduzione Lorenzo Stefano Borgotallo
diretto e interpretato da
Massimo Di Michele
costumi Alessandro Lai
scrittura gestuale Dario La Ferla
produzione a.ArtistiAssociati

Da dove nascono le nostre convinzioni più ferme? Da dove provengono le verità su cui si basa la nostra società? Chi ci insegna cosa è giusto e cosa è sbagliato? La risposta deve essere almeno complessa quant o la domanda. Magari si potrebbe circoscrivere la questione e soffermarsi su una domanda ancora più specifica: perché la Storia, la Società ci insegnano ad essere inequivocabilmente uomini oppure donne? Chi ha mai stabilito così nette distinzioni tra i ses i e cosa di più appropriato si applichi a ciascuno di essi? È questo il punto di partenza del monologo “La nuova tonaca di Dio”, di Jo Clifford che con caustica ironia re intreccia per i lettori l’atavica trama della storia più antica del mondo: la nascita del creato.
Ma quella di Clifford non è esattamente la Genesi che ci è stata raccontata tra gli incensi di una messa. È piuttosto la percezione confusa e surreale che Clifford da bambino ha del racconto biblico È il perplesso racconto di un Dio che, puntino solo e annoiato perso nel nulla cosmico, crea il mondo con fare da principiante, modellando un uomo dal fango, come fosse un piattino o una tazzina, e poi creando Eva, per alleviare la solitudine di Adamo. Che stabilisce, una volta cacciati i due dal giardino dell’Eden, che l’uomo dovrà lavorare la terra col sudore della fronte e la donna dovrà partorire con dolore. È la storia di come Dio voglia che l’essere umano sia maschio o femmina e che tutto quello nel mezzo, invece, non esista.
E che buffo, agl i occhi di un bambino, sentire questa stessa storia che insegna agli uomini a fare gli uomini e alle donne a fare le donne pronunciata da un prete in tonaca lunga, che sembra propio una lunga sottoveste. Ma questa storia, in fin dei conti, non è tanto buffa.
Perché proprio da essa discende quel senso di inadeguatezza che si prova quando la percezione che si ha di sé non corrisponde alla nitida dicotomia di genere che la Bibbia racconta. Il sentirsi sbagliati nell’avere un corpo da uomo adolescente e sognare di poter indossare un vestitino giallo con spensieratezza. A ben guardare, poi, questa dicotomia non è poi neanche così perfetta. È una bilancia che pende per lo più verso il piatto dell’uomo. La donna viene dopo, creata per ripiego, perché Adamo si senti va solo.
Agli occhi inesperti di un bambino, le immagini della nascita del creato si affastellano surreali, grosse bugie ripetute fino a diventare la gabbia di verità costruite in cui cresce come un prigioniero.
Il monologo di Clifford è la liberatoria narrazione della messa a fuoco che ribalta la prospettiva, squarcia il velo di illusione e menzogna intessuto nel racconto biblico e intenta un processo a Dio per le colpe di odio e dolore che la sua dottrina ha creato tra i “diversi”.
La narrazione segue un climax ascendente che culmina nella iconoclastica accusa a Dio. A ben guadare, la condanna sembra rivolgersi non tanto a Dio nella sua natura spirituale, ma alla visione di Dio che le religioni hanno ideato, alla natura secolare delle sue chiese che lo in terpretano alla luce di logiche terrene e parziali. Le “tonache” di Dio che scambiano i propri pensieri per la voce del Signore.
Il testo, si chiude con una benedizione che non è tanto la fine di un percorso ma un richiamo al principio, prima che fosse corr otto dalle religioni storiche. Se esiste un peccato originale, esiste ancor prima una benedizione originale che è lo spirito puro del D ivino, delldell’Essere. Ma quanto questo divino è frutto delldell’uomo stesso? L’opera di creazione in cui l’uomo è coprotagonista non è mai finita ma continua ogni giorno.

INNESTI 2023 > Connessioni Teatrali Affatto Probabili
SALA BERGAMAS > Gradisca d’Isonzo (GO)  Via Antonio Bergamas, 3

prevendita biglietti
da martedì 14 febbraio

c/o Sala Bergamas
→ DA UN’ORA PRIMA di ogni rappresentazione della rassegna Innesti

c/o Nuovo Teatro Comunale
(via Ciotti, 1 – t. 0481 969753)
fino al 28 marzo 2023
→ OGNI MARTEDÌ DALLE 17 ALLE 19
→ OGNI SABATO DALLE 10.30 ALLE 12.30
→ UN ORA PRIMA di ogni rappresentazione teatrale della StagioneTeatrale 22/23

biglietteria online
→ artistiassociatigorizia.it
→ biglietto veloce.it

biglietto unico > intero € 8,00  ridotto* € 5,00
*Abbonati Stagione 22/23 Nuovo Teatro Comunale di Gradisca, under 26, over 65

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