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SIPARIO PROSA

di Jordan Galceran
regia Giampiero Solari

con Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti

coproduzione La Contemporanea, Artù
per un progetto teatrale di Gianluca Ramazzotti

durata 95 minuti + intervallo

Costruita con il compasso, perfetta nella sua architettura drammatica, la commedia ‘Il prestito’ è Jordi Galceran allo stato puro: frasi e battute agili, scrittura colloquiale, situazioni divertentissime, personaggi con spessore, cambiamenti imprevisti e zanne ben affilate. Nella sua nuova opera, l’autore ci porta in una banca dove un tipo chiede un prestito. Quando il direttore glielo rifiuta, verrà minacciato dal cliente con una strategia che va oltre qualsiasi morale e che farà traballare la sua perfetta vita familiare. In tempi di crisi, lo spettatore sorride quando la banca, cha fa la parte del cattivo, ha la peggio. E’ la teoria della torta in faccia del cinema muto – o la disgrazia altrui, in generale – applicata con certo opportunismo congiunturale. Però qui arriva il meglio: il ricatto si sviluppa in maniera inattesa. Gli errori e i dubbi faranno il resto: questa, in definitiva, più che sulla crisi o sulla banca, è una commedia sulla paura. Tanto che si finisce per provare empatia e finanche pena per il guaio in cui il bancario si va a cacciare.

La nuova attualissima commedia di Jordi Galceran, (“Il Metodo Gronhlom”e “Parole incatenate”), attualmente in scena con uno strepitoso successo contemporaneamente a Madrid e Barcellona, è stata già tradotta in quattro paesi a pochi mesi dal suo debutto mondiale. Antonio Catania e Gianluca Ramazzotti si incontrano nuovamente sui nostri palcoscenici per dare vita ad un duo esplosivo in un susseguirsi di risate e colpi di scena su di un tema, quello della crisi mondiale, in cui Galceran ci fa sorridere ma anche riflettere sul valore che diamo ai soldi e agli esseri umani in un momento difficile come quello che tutto il mondo sta attraversando ; partendo da una situazione abituale e molto frequente in questo periodo, un uomo che cerca, in maniera onesta, di ottenere da una filiale bancaria un piccolo prestito assolutamente necessario per andare avanti con la sua vita. Non ha né proprietà né garanzie, può offrire soltanto la sua ‘parola d’onore’ per assicurare la restituzione del denaro. Il rifiuto del direttore della filiale pone i due uomini in una situazione delicata e allo stesso tempo esilarante. La reazione dell’uomo che chiede il prestito è quella di minacciare (con tutta la tranquillità del mondo) il direttore della banca di sedurgli la moglie. A partire da lì, la situazione si rovescia varie volte fino ad arrivare a un finale inaspettato. Come capita spesso con questo autore, ogni passaggio di questo testo di rabbiosa attualità ci cattura e ci sorprende sino alla fine.

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