
SiparioPROSA
giovedì 16 gennaio 2020
ore 21
L’ANIMA BUONA DI SEZUAN
di Bertold Brecht
traduzione Roberto Menin
musiche Paul Dessau
regia Monica Guerritore
ispirata all’edizione di Giorgio Strehler (Milano 1981)
con MONICA GUERRITORE
e con Matteo Cirillo, Alessandro Di Somma, Vincenzo Gambino, Nicolo Giacalone, Francesco Godina, Diego Migeni, Lucilla Mininno
scene da un’idea di Luciano Damiani
costumi Walter Azzini
disegno luci Pietro Sperduti
assistente alla regia Ludovica Nievo
regista assistente Leonardo Buttaroni
produzione La Contrada Teatro Stabile di Trieste, ABC Produzioni
in collaborazione con ATA Carlentini
durata:
1°atto 90 min. > intervallo > 2°atto 45 min.
ATTRAVERSO LE VICENDE DELLA BUONA SHEN TE E DEL SUO SPIETATO ALTER EGO SHUI TA, BRECHT CI PARLA DEL CONFRONTO TRA BENE E MALE E DELLE CONTRADDIZIONI CHE SEMPRE ALBERGANO NELL’ANIMO UMANO. NELLA REGIA DI MONICA GUERRITORE L’OMAGGIO AL MAESTRO STREHLER.
Note di regia
Nell’Anima buona di Sezuan c’è un piccolo popolo di abitanti di un luogo che è tutti i luoghi del mondo: essi appaiono come buffi, straniti e imperiosi ‘personaggi’ più veri e precisi che nel mondo reale. Nel mio spettacolo sarà forte l’influenza del mio Maestro: soprattutto nel concetto che l’essere umano si rappresenta perché, attraverso la rappresentazione, qualcuno lo capisca, lo accolga, lo compianga e forse gli dia una soluzione finale. Nell’Anima Buona c’è tutta la tenerezza e l’amore per gli esseri umani costretti dalla povertà e dalla sofferenza a divorarsi gli uni con gli altri ma sempre raccontati con lo sguardo tenero e buffo di chi comprende.
In questi anni durissimi solo il teatro può raccontarci dal di dentro, rendendoci consapevoli delle maschere ringhianti che stiamo diventando. Mettere in scena la meravigliosa parabola di Brecht risponde alla missione civile e politica del mio mestiere.
Teatro civile, politico, di poesia.
Scritta negli anni Trenta, la pièce declina il tema universale del rapporto tra morale e società, ambientando il plot in una Cina di fantasia, flagellata però da conflitti etico-sociali straordinariamente affini a quelli causati dall’attuale crisi economica globale. La formula è quella dell’apologo: alla ricerca di “un’anima buona”, tre Dei scendono sulla terra per scoprire che l’unica persona disposta a ospitarli per la notte è una misera prostituta. Ricompensata con una grossa somma, Shen-Te lascia il mestiere più vecchio del mondo e acquista una tabaccheria, ma tutti sfruttano la bontà della donna, che cadrebbe in rovina se ogni tanto non fingesse di sparire, presentandosi sotto le mentite spoglie di un presunto cugino, Shui-Ta, esperto uomo d’affari e affatto generoso. Nel doppio ruolo della buona prostituta Shen-Te e del suo perfido cugino c’è Monica Guerritore, che firma anche la regia: un nuovo allestimento pensato per la contemporaneità teatrale che ci circonda.