ORAZIO

giovedì 15 febbraio 2024, h 21
Prima Regionale

Tre amici vent’enni si confrontano con un mondo che deve necessariamente essere ripensato, sovvertito, ricreato. Dall’Amleto di Shakespeare una storia che parla del presente e guarda al futuro. Con fiducia.

Note di regia
Da qualche tempo guardo con particolare interesse alla generazione di chi oggi ha vent’anni. Se la mia generazione sembra infatti suo malgrado costretta nella prospettiva di una fine incombente (non parlo ovviamente di una fine individuale, ma di sistema), chi oggi ha vent’anni non può fare altro che guardare ad un orizzonte già successivo alla fine e infinitamente più interessante: quello in cui hanno luogo i primi passi di un nuovo possibile inizio.

Nell’Amleto di Shakespeare due ragazzi poco più che ventenni, Amleto e Orazio, grandi amici fra loro, si trovano a dover fare i conti con le macerie di un mondo, quello dei “grandi”, che gli cade a pezzi sotto al naso. Uno dei due -Amleto, un principe- sarà sopraffatto dagli eventi e morirà, l’altro -Orazio, un uomo buono- sarà il solo a sopravvivere e riceverà dall’amico morente l’incarico di raccontarne la storia. La grande opera shakespeariana è stata per me il punto di partenza di un viaggio che mi ha infine condotto alla scrittura di un testo originale. Anche in questo mio testo -che ho intitolato ORAZIO e che dell’Amleto conserva solo un’incursione nella scena dello spettro- tre amici, anch’essi di circa vent’anni, si confrontano con le macerie di un mondo: quello presente.

Un mondo che per loro -un buffo ragazzo italiano senza fissa dimora, un migrante africano, una ragazza figlia di un potente e vanitoso teatrante, deve necessariamente essere ripensato, sovvertito, ricreato. Sarò proprio il teatro ad offrire ai tre una possibilità in tal senso, anche grazie alle suggestioni offerte da quella stessa opera/totem dalla quale la mia riflessione era partita: l’Amleto.

Per tutto quello che ho detto, la mia presenza come attore nello spettacolo non poteva che essere in secondo piano (e in un ruolo umoristico e auto-ironico) lasciando ai tre giovanissimi il ruolo di assoluti protagonisti. Mettersi in ascolto ed in dialogo con chi ancora non ha voce, indagarne i bisogni, i dolori, i desideri, mi sembra oggi -nel teatro come nella realtà- l’unico modo per guardare avanti.

ORAZIO

testo e regia Paolo Mazzarelli
con PAOLO MAZZARELLI
e con tre attori in via di definizione

scene Paola Castrignanò
sound design e musiche originali Luca Canciello

co-produzione Teatro Stabile di Bolzano, a.ArtistiAssociati-Centro di produzione teatrale, Compagnia Orsini

durata XXX

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