
martedì 20 novembre 2012
SiparioPROSA > ore 21
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
di William Shakespeare
traduzione e adattamento Gioele Dix, Nicola Fano
regia Gioele Dix
con
Alessandro Betti – Lisandro e Flute
Gianni Cinelli – Demetrio e Snug
Maria Di Biase – Titania e Ippolita
Katia Follesa – Quince ed Ermia
Corrado Nuzzo – Oberon e Teseo
Marco Silvestri – Bottom ed Egeo
Marta Zoboli – Snout ed Elena
e con
Petra Magoni Puck
Ferruccio Spinetti Il Contrabbassista
scene Francesca Pedrotti
trucchi e costumi Stefano Anselmo
musiche Petra Magoni, Ferruccio Spinetti
coreografie Marta Ottolenghi
aiuto regista Paola Degiuli
progetto di Paolo Valerio
fonico Beppe Pellicciari
datore luci Carlo Signorini
responsabile tecnico Enrico Berardi
direttore di scena Andrea Zenoni
sarta Marta Malatesta
realizzazione costumi Antonella Vino Giulia Lupieri
realizzazione scena Giuseppe Finardi
ufficio stampa Isabella Pansera, Claudia Zambianchi
direttori organizzativi Monica Savaresi, Alessia Fasolo
amministratrice di compagnia Lorella Pasetto
Come è noto, nella magia notturna del suo Sogno, Shakespeare intreccia abilmente i destini di molti personaggi eterogenei. L’altezzoso principe di Atene in procinto di sposare la sua regina delle Amazzoni. I quattro giovani innamorati confusi e in costante conflitto fra loro. Il re e la regina delle Fate più che mai umorali e sfuggenti. Gli sprovveduti artigiani componenti una bizzarra compagnia amatoriale.
In un gioco teatrale e poetico ricchissimo di equivoci, sberleffi, allusioni e colpi di scena, prende forma uno scenario fantastico di ineguagliabile potenza evocativa, che è da sempre occasione per le più svariate interpretazioni registiche.
Gioele Dix ha deciso di affrontare la sua regia del Sogno formando una compagnia composta interamente da giovani comici di successo e coinvolgendo nella messinscena un duo musicale di straordinaria e raffinata versatilità.
L’idea nasce dalla convinzione che proprio un testo classico possa essere il terreno ideale per artisti abituati a dare un corpo del tutto singolare e inimitabile alle parole e ai suoni che si trovano a interpretare.
Comici e musicisti sono spiriti liberi, eppure meticolosi. Sono improvvisatori e scienziati. Sanno andare in profondità senza perdere leggerezza. Sono soprattutto ricchi di un potenziale a volte inespresso e il loro talento si esalta alle prese con una materia teatrale fertile e densa.
In questa versione del Sogno, ambientata in una sorta di selva periferica post industriale, le tradizionali gerarchie fra i personaggi vengono sovvertite. È la compagnia dei comici artigiani a dominare la scena, a impadronirsi a sorpresa di tutti i ruoli e a diventare il perno essenziale attorno a cui ruota l’intera vicenda.
E così il gruppo di fragili, ma combattivi mestieranti della risata cercherà di mantenersi integro nella lunga e famigerata notte di metà estate, fra esuberanze giovanili e promesse non mantenute, oscuri presagi e provocazioni, colpi di genio e cialtronerie, amori che muoiono troppo in fretta e sostanze proibite che minacciano il loro già precario equilibrio.
Lo spettacolo è dunque nel segno della fedeltà e della continuità con Shakespeare, senza tradimenti al testo, alla sua carica vitalistica, alle sue preziose ambiguità, alla sua fantasiosa e dirompente comicità.
Ma, nel contempo, grazie alle qualità dei protagonisti, alla loro singolare sensibilità, all’originalità del loro stile espressivo, ne re-inventa il linguaggio e lo smarca dal rischio della convenzione.
Una sfida teatrale alla quale – non a caso – tutti i partecipanti hanno aderito con disponibilità ed entusiasmo.