Project Description

MILVA e WALTER MRAMOR
in
LA VARIANTE DI LÜNEBURG
fabula in musica
dal romanzo di Paolo Maurensig
adattamento teatrale e testi delle canzoni Paolo Maurensig
musiche originali eseguite al pianoforte M° Valter Sivilotti
soprano solista Franca Drioli
sassofoni Alex Sebastianutto
elettronica e pianoforte dal vivo e Coro
allestimento a cura di Walter Mramor
PRIMA NAZIONALE:
Gorizia > Teatro Comunale Giuseppe Verdi
2 e 3 febbraio 2007
Nel giardino di una splendida villa nei dintorni di Vienna, in mezzo ad una grande scacchiera di marmo e ardesia posta al centro di un labirinto di piante giace, immerso nel suo stesso sangue, il corpo del facoltoso proprietario. Un colpo di pistola ha messo fine la sua vita. Omicidio? Suicidio? Disgrazia? Ancora una volta il gioco degli scacchi assurge a metafora della crudeltà umana, della lotta perenne tra il bene e il male.
Il romanzo
“Quale amore o compassione si può provare per un pezzo di scacchi sacrificato al gioco?”.
La battuta di Frisch, uno dei personaggi centrali de La variante di Lüneburg potrebbe senz’altro apparire di primo acchito, condivisibile: non c’è rischio,
non c’è responsabilità… perdere una pedina sulla scacchiera significa rifarsi alla mossa successiva; nel peggiore dei casi, perdere quella partita e dover convincere l’avversario a concedere una rivincita. Ma se la metafora della partita a scacchi assume un significato diverso, crudele e sconcertante, allora il gioco non è più leggero.
È quanto ha immaginato lo scrittore goriziano Paolo Maurensig nel suo La variante di Lüneburg, pubblicato nel 1993 e divenuto in breve un best seller internazionale. Intrecciando la passione per il gioco degli scacchi a un climax da libro giallo, e a una riflessione invece molto profonda su uno dei periodi più bui della storia dell’umanità, com’è stato il Nazismo, Maurensig si è rivelato al mondo: il suo romanzo, molto corteggiato dal cinema e dal teatro, è rimasto a lungo lontano da tali dimensioni. Ma grazie a un affascinante progetto di a.ArtistiAssociati, La variante di Lüneburg è approdata al palcoscenico in una versione ricca di suggestioni: quella della “fabula in musica”.
La fabula in musica
La trascrizione è firmata dallo stesso Maurensig, autore anche dei testi delle canzoni, che tanta parte hanno nell’economia della messa in scena. Dà loro anima la sensibilissima interpretazione di Milva, raffinata signora della scena italiana e internazionale, interprete appassionata e toccante che, attraverso la forza della propria voce, ci riavvicina a quella capacità di commozione, a quel pathos emotivo a quel guardare gli eventi del passato con partecipazione spesso dimenticata. Accanto a lei Walter Mramor interpreta le parti recitate e restituisce sulla scena con impalpabile vibrazione le emozioni del testo assieme ad un ensemble di voci e strumenti: la soprano Franca Drioli, il sassofonista Alex Sebastianutto, l’autore delle musiche Valter Sivilotti al pianoforte, ed un coro individuato sul territorio e preparato appositamente dal M° Sivilotti stesso.
Il CD

la trama
“Quale amore o compassione si può provare per un pezzo di scacchi sacrificato al gioco?”.
La battuta di Frisch, uno dei personaggi centrali de La variante di Lüneburg potrebbe senz’altro apparire di primo acchito, condivisibile: non c’è rischio, non c’è responsabilità… perdere una pedina sulla scacchiera significa rifarsi alla mossa successiva; nel peggiore dei casi, perdere quella partita e dover convincere l’avversario a concedere una rivincita.
Ma se la metafora della partita a scacchi assume un significato diverso, crudele e sconcertante, allora il gioco non è più leggero. È quanto ha immaginato lo scrittore goriziano Paolo Maurensig nel suo La variante di Lüneburg, pubblicato nel 1993 e divenuto in breve un best seller internazionale. Intreccian do la passione per il gioco degli scacchi a un climax da libro giallo, e a una riflessione invece molto profonda su uno dei periodi più bui della storia dell’umanità, com’è stato il nazismo, Maurensig si è rivelato al mondo: il suo romanzo, molto corteggiato dal cinema e dal teatro, è rimasto a lungo lontano da tali dimensioni, per volere dello stesso autore, che non ha mai nascosto di guardare con sospetto a qualsiasi “traduzione altra” rispetto alla complessità della pagina letteraria.
Ma grazie a un affascinante progetto di a.ArtistiAssociati, La variante di Lüneburg approda ora al palcoscenico in una versione ricca di suggestioni: quella della “fabula in musica”. La trascrizione è firmata dallo stesso Maurensig, autore anche dei testi delle canzoni, che tanta parte hanno nell’economia della messa in scena. Dà loro anima la sensibilissima interpretazione di Milva, una raffinata signora della scena italiana e internazionale, interprete appassionata e toccante che, attraverso la forza della propria voce, ci restituisce a quella capacità di commozione, a quel pathos emotivo a quel guardare gli eventi del passato con partecipazione spesso dimenticata. Accanto a lei Walter Mramor interpreta le parti recitate e restituisce sulla scena con impalpabile vibrazione le emozioni del testo con un ensamble di voci e strumenti: la soprano Franca Drioli, il sassofonista Alex Sebastianutto e lo stesso autore delle musiche Valter Sivilotti al pianoforte.
Il testo è fondato su un lungo flash back: il giovane narratore, Hans, si assume la responsabilità dell’apparente suicidio di un grande esperto di scacchi, il signor Frisch. Più tardi si scoprirà che anche Hans è un campione di scacchi ed è stato allievo del misterioso Tabori “un uomo che ha giocato all’inferno”. L’inferno di Tabori, di famiglia ebrea, è stato quello del lager. Un ulteriore e personale inferno era stata poi la durissima, cinica partita a scacchi in cui aveva dovuto affrontare l’ufficiale nazista Frisch: la posta in gioco allora non erano le semplici pedine sulla scacchiera ma le vite vere e innocenti di tanti internati, per la cui salvezza Tabori si batte indefessamente in una guerra infinita e tesissima.
Sarà Hans ad accogliere il segreto del Maestro, ormai giunto alla fine dei suoi giorni, e a spegnere per sempre l’ombra di quell’inferno, inducendo Frisch al gesto finale, ancora una volta attraverso una sfida all’ultimo respiro, sulla scacchiera.
… l’autore …
Avevo sempre guardato con sospetto a ogni proposta di trasformare i miei romanzi in lavori teatrali, con o senza musica. Se qualcuno si sentiva di impegnarsi in una simile operazione lo facesse pure, ma senza contare sulla mia collaborazione. Già una trasposizione sul grande schermo, per quanto il cinema possa contare su mezzi tecnici di rilievo, comporta problemi non indifferenti; figuriamoci una riduzione teatrale, notoriamente più limitata di quella cinematografica. Eppure, è stata proprio questa peculiarità tipica del teatro, la possibilità cioè di far uso di un’essenzialità portata agli estremi, che mi ha convinto. Estrapolare un testo essenziale e scrivere le parole per le canzoni di Milva mi hanno rinnovato l’emozione provata a suo tempo nello scrivere il romanzo.
Paolo Maurensig
… musiche e direzione …
Scrivere oggi con un linguaggio musicale mitteleuropeo significa inevitabilmente ripescare nel passato con il forte rischio di esprimersi in una forma anacronistica.
La musica scritta per la “Fabula” accetta questa sfida proponendo come elemento portante melodie che si ispirano alla tradizione colta di questa area del mondo, una musica ritrovata scavando nella nostra memoria sensibile, riscoprendo una eredità artistica senza per questo rinnegare il presente, anzi operando con la coscienza che il rinnovamento affonda le proprie radici nel passato.
Ne La variante di Lüneburg i temi rivelano delle particolarità melodiche riconoscibili all’ascolto: l’individuazione di questi nuclei melodici è stata la fase determinante di tutto il lavoro, perché proprio questi elementi primi hanno ispirato la costruzione della macrostruttura drammatica dell’opera.
Le canzoni che si alternano nello spettacolo manifestano in maniera esplicita gli elementi creativi: il passaggio dalla densità cromatica delle prime melodie, a quello diatonico, vuole rappresentare la vittoria dell’assoluto sull’essere umano.
Valter Sivilotti
